Il Fiume Del Benessere - quando il tuo bambino non accetta un limite che tu gli poni

Illustrazione Il Fiume Del Benessere – seconda parte. Quando il tuo bambino è vicino alla sponda del caos, non accetta un limite che tu poni. Aiutalo a tornare al centro del fiume.

Il Fiume Del Benessere – seconda parte

Come gestire caos e rigidità quando il tuo bambino non accetta un limite

Nella parte precedente abbiamo descritto il benessere come un fiume che scorre fra i due estremi del caos e della rigidità, e abbiamo provato a valutare dove ci troviamo, momento per momento. Se non hai ancora letto Il Fiume Del Benessere – prima parte, ti consiglio di farlo, prima di passare a questo post.

Scopriamo oggi come evitare le sponda del caos e della rigidità per noi stessi, e aiutare i nostri piccoli a fare altrettanto. Quando il tuo bambino non è al centro, non accetta un limite che tu gli poni. Una volta compreso cosa sta succedendo, lo aiuterai ad uscirne, promuovendo invece calma ed armonia.

Cosa significa integrazione: navigare al centro del fiume

Restando al centro del fiume l’esperienza che facciamo è di armonia: siamo flessibili, disposti ad adattarci, stabili e capaci di comprendere noi stessi ed il mondo intorno. Questo scorrere nell’armonia è reso possibile da ciò che Siegel chiama integrazione 1.

L’integrazione viene definita come la sinergia delle parti differenziate in un sistema.
Come esseri umani possiamo favorire l’integrazione in diversi ambiti:

  • Possiamo far parlare fra loro diverse parti del nostro cervello
  • Possiamo far parlare fra loro pancia, cuore, e mente
  • Possiamo mettere insieme ciò che ricordiamo e ciò che non ricordiamo più, ma ha lasciato un segno in noi. 
  • Possiamo differenziarci dal nostro passato e ricollegarci ad esso come nuovi individui
  • Possiamo integrare varie parti di noi stessi come esigenze, emozioni e stati d’animo. 
  • Possiamo differenziarci ed integrarci come esseri umani nelle relazioni, nella famiglia, nella comunità e nel mondo.
  • Possiamo integrare la nostra consapevolezza: ciò che c’è dentro di noi – sensazioni corporee, emozioni e pensieri – insieme con ciò che sta fuori, nel mondo esterno.

Possiamo pensare all’integrazione come a una musica che ha bisogno di diverse voci, che suonano in armonia tra loro. Quando viene a mancare la differenziazione, tutte le voci suonano la stessa nota: si verifica rigidità. Quando viene a mancare la sinergia, gli strumenti suonano ognuno per fatti propri: si verifica caos. Di solito, quando le parti non comunicano tra loro, si oscilla tra questi due estremi senza riuscire a trovare un equilibrio.

In base a quanto detto sopra, per poter navigare al centro del fiume, occorre quindi mantenere te stesso in una situazione di armonia e di integrazione, e da qui essere di supporto ai più piccoli. Vediamo insieme come.

Come promuovere armonia ed integrazione per te stesso

Secondo Siegel è possibile promuovere l’integrazione attraverso la pratica della mindfulness 2. Praticare la consapevolezza significa allenarsi a guidare la propria attenzione per poter osservare gli aspetti del mondo esterno che cambiano, ma anche le sensazioni, gli automatismi di pensiero, le emozioni e il modo in cui la mente si lega a questi aspetti mutevoli.

Siegel sostiene che riuscire a stabilire una connessione con se stessi, vivere consapevolmente momento per momento, può attivare una vera e propria integrazione neurale. Quindi, la mindfulness modifica il cervello promovendo la plasticità neurale, e di conseguenza il cambiamento delle connessioni neurali in risposta all’esperienza.

La pratica della consapevolezza è in grado di coinvolgere ed integrare varie zone del cervello, promuovendo funzioni importanti quali: regolazione corporea, comunicazione empatica, equilibrio emotivo, flessibilità, intuizione, moralità.

Come promuovere armonia e integrazione per il tuo bambino

Cervello “di sopra” e “cervello di sotto”

Quando il tuo bambino non accetta un limite che tu gli poni, perde il controllo di se oscillando tra caos e rigidità: la forma di integrazione che manca è quella che Siegel chiama “tra cervello di sopra e cervello di sotto3.

È questo il tipo di integrazione che riesce più difficile ad un bambino piccolo. Al piano di sotto è dove risiedono le funzioni di base come respirazione, emozioni forti e reazioni di protezione dal pericolo (fight, flight or freeze). È come il piano di sotto di una casa, dove troviamo quasi sempre: cucina, soggiorno, bagno.

Invece il cervello al piano di sopra è più complesso. Pensare, immaginare, pianificare: queste cose provengono dal cervello di sopra. Usiamo il cervello al piano di sopra per pensare in modo critico, risolvere i problemi e prendere buone decisioni. Possiamo ipotizzare che al piano di sopra ci sia uno studio con una libreria ed una grande vetrata che permette di vedere lontano.

Tuttavia nei bambini piccoli il cervello al piano di sopra è ancora molto immaturo. Immagina che non sarà completamente formato fino ai 25 anni. Quando non c’è integrazione tra cervello di sopra e cervello di sotto, l’esperienza è dominata dal caos. Il bambino è dunque incapace di controlloarsi, non accetta un limite, non riesce a ragionare e a fare buone scelte.

Una volta compresi i comportamenti più ingestibili del tuo bambino, scoprirai perché non accetta un limite che tu gli poni, e lo aiuterai ad evitare caos e rigidità promuovendo invece calma ed armonia.

Pratica – seconda parte 4

Quando il tuo bambino non accetta un limite

Facciamo un esempio. Immagina che il tuo bambino di 2 o 3 anni sia nella vasca, appena finito il bagnetto, e che non voglia uscire dall’acqua. Appena sentito che deve uscire, dice no. Appena percepisce che siete in opposizione, è invaso dalla rabbia. Perde il controllo e non vuole sentire ragioni. Non puoi avvicinarti senza essere travolto da schizzi, urla, proteste e pugni. Il tuo piccolo sta quindi alternando momenti di rigidità a momenti di caos.

In questa situazione puoi darti due diversi obiettivi:

  • Il primo è quello immediato: metterlo in salvo in questo momento, riportandolo in una situazione di equilibrio.
  • Il secondo è quello a lungo termine: fai si che il tuo bambino sia grado di restare al centro del fiume

1 Metti il tuo bambino in salvo in questo momento

Quando percepisce una situazione di pericolo, il cervello che abbiamo chiamato di sotto può “chiudere fuori” il cervello di sopra, non permettendogli di  funzionare. Il bambino quindi non ha più il controllo di se stesso. Sta “affogando” nell’emozione forte che sta provando, e non può effettivamente ragionare per cambiare la sua situazione. Se non facciamo niente, prima o poi la tensione sarà rilasciata, e passerà. Però potrebbe essere pericoloso per lui, o comunque non vogliamo lasciarlo solo in questa situazione quindi possiamo provare ad intervenire con i passaggi di seguito.

Prova a rimanere stabile

La prima cosa è non permettere che l’emozione ti travolga. Considera il contesto e le tue buone motivazioni per quello che stai chiedendo al tuo bambino. Considera la sua reazione come perfettamente sana e fisiologica. Il suo “compito” è testare i limiti che vengono imposti, il tuo è quello di mantenerli. Utilizza il metodo 5 che meglio funziona per te. Fai dei respiri, conta fino a dieci, senti le sensazioni corporee, recita il tuo mantra, senti i piedi per terra, immagina di essere una grande quercia che protegge, oppure una montagna.

Supportalo nel fare la cosa giusta

Prendi in braccio il bambino aiutandolo ad uscire dall’acqua. Fai questo gesto con la convinzione che stai facendo la cosa giusta. Ciò che devi fare è trasmettere al tuo bambino amore, nutrimento, fiducia, sicurezza.

Connettiti con lui

Fagli capire con lo sguardo e con la voce che lo capisci, che non lo stai giudicando, che non vuoi “aggiustarlo” e che anzi, sei lì per lui, al suo fianco.

Calma il suo sistema nervoso

Per calmare il tuo bambino puoi usare la voce, lo sguardo, un tocco leggero, oppure una presa rassicurante. Ogni bambino è diverso: fai pratica e prova a sperimentare varie modalità per vedere ciò che funziona per voi.

Rimani stabile, ma non impassibile

Essere stabile, come genitore, non significa però essere distaccato.
Ciò che non andrebbe fatto è quindi: usare un tono autoritario, dire di non piangere, dire che è tutto a posto, essere impassibili, voler “aggiustare” le cose.

Per una comunicazione emotiva piena, una persona deve permettere al proprio stato d’animo di essere influenzato da quello dell’altra.
Dr. Daniel Siegel

Reintegra il “cervello di sopra”

Se riuscirai a calmare il sistema nervoso del tuo bambino, il cervello di sopra potrà tornare attivo e sarà pronto a ragionare. Questo è il momento giusto per coinvolgerlo offrendo un’alternativa “Ora che i tuoi animali hanno nuotato, ti andrebbe di farli uscire dall’acqua ed esplorare le montagne sul divano?”.

Chiaramente non sempre questo è possibile. Alcune volte c’è proprio troppa tensione ed è fisiologico venga rilasciata con un lungo pianto: in questi casi,  resta disponibile quando passato per un abbraccio.

Poi, valuta con cura come è andata

Quando la tempesta finirà, potrà esserci quello scambio di sguardi che dimostra che vi siete capiti, che ne siete usciti insieme, e più uniti, da quell’episodio. Quello scambio di sguardi è ciò che più mi rincuora e mi fa capire che sì, magari il mondo è appena andato in pezzi. Ma io c’ero. Ero lì. Presente per il mio bambino. E lui ne è uscito più forte di prima.

2 Fai sì che il tuo bambino sia in grado di restare al centro del fiume

Dovrai supportare il tuo bambino nel crearsi una bussola interna che gli permetta di osservare le proprie emozioni ed integrarle senza perdere il controllo.

Aumenta la sua spaziosità

La qualità che vogliamo coltivare è la spaziosità: la capacità di contenere le emozioni, e gli stati d’animo. Se ipotizziamo una persona con la capacità di una tazzina da caffè, riempiamo con acqua, e aggiungiamo per esempio un cucchiaino di sale, che può essere un’emozione negativa, sarebbe imbevibile. Ma se invece questa stessa persona avesse la capacità di decine e decine di litri d’acqua, aggiungendo sempre il cucchiaino di sale, sarebbe come bere acqua pura.

Ciò che si può conoscere, si può addomesticare

Puoi dare al tuo bambino un vocabolario adatto a descrivere le sue diverse emozioni. Parla con lui delle tue, e di quelle degli altri. Puoi anche raccontare storie, leggere libri specifici insieme a lui 6. Incoraggialo a dare un nome a ciò che sente utilizzando frasi come: “sembri molto agitato”, “devi essere spaventato/arrabbiato/stanco ecc.”

Supportalo nel non identificarsi con le proprie emozioni

Continuando a parlargli delle emozioni, utilizza forme quali: “stai provando una sensazione di paura”, “stai provando un sentimento di nostalgia”, “dentro di te c’è rabbia”. Dicendo “sono arrabbiato” ci si identifica con la rabbia. Dicendo “sto provando rabbia”, la si definisce come qualcosa altra da noi, che è qui in questo momento, ma che possiamo gestire.

Riconoscete le emozioni per quello che sono: sensazioni corporee

Chiedigli cosa sente il suo petto, la sua gola, le sue spalle, la sua pancia, il suo cuore, eccetera. Aiutalo a collegare le sensazioni che prova con il nome dell’emozione.

Ogni emozione porta un messaggio

Spiega al tuo piccolo che ogni emozione è lì per un motivo. Per fare una richiesta. Per manifestare un’esigenza. Coinvolgi il tuo bambino per trovare nuove idee. Di cosa ha bisogno per sentirsi meglio? Cosa potrebbe fare?

Offri strumenti al tuo bambino per evitare caos e rigidità

Comunica al tuo bambino che quando si sente sopraffatto ha delle alternative. Può essere semplicemente fare una passeggiata, può essere un’attività per lui rilassante, può essere sfogarsi correndo o saltando, oppure se è abbastanza grande, imparare come funziona la sua mente utilizzando una pratica come quella proposta nell’articolo I tre animali nella nostra mente e l’attività da colorare.7



In conclusione

Questi sono alcuni dei modi per aiutare i piccoli a processare le emozioni.
Cos’altro si potrebbe aggiungere? Scrivilo nei commenti.
La sequenza proposta su come mettere il tuo bambino in salvo in questo momento, invece, è stata pensata sulla base del libro La sfida della disciplina. Governare il caos per favorire lo sviluppo del bambino.8

Spero che questo articolo possa essere utile per te. Se lo è stato, puoi dare il tuo contributo per diffonderlo. Condividilo con le persone che pensi possano averne beneficio.

Se hai provato questa pratica, e vuoi confrontarti con altri genitori che hanno fatto altrettanto, vieni a trovarci nel gruppo Facebook bubuset.

Note

1 A Framework for Cultivating Integration, Daniel Siegel M.D.

2 Presence, Connection, and Cultivation of Well-Being in Relationships documento PDF

3 Upstairs and Downstairs Brain Facebook post, Daniel Siegel M.D.

4 Puoi trovare la prima parte della pratica nel post Il Fiume Del Benessere – prima parte

5 Leggi il post “La manovra salvavita per genitori
all’interno del gruppo Facebook bubuset per scoprire tutte le strategie per rimanere stabile nei momenti critici.

6 Puoi trovare tanti libri che parlano di emozioni a bambini e genitori nella rubrica #genitorialitàcreativaeconsapevole sul mio profilo Instagram oppure nel gruppo Facebook bubuset

7 Leggi il post e scarica le tavole da colorare: I tre animali nella nostra mente , oppure iscriviti gratis al gruppo Facebook bubuset per ascoltare la pratica guidata per bambini Nutrire i tre cervelli 

8 La sfida della disciplina. Governare il caos per favorire lo sviluppo del bambino, di Daniel J. Siegel e Tina Payne Bryson

Condividi la tua opinione