Mindfulness per l'Allattamento

Mindfulness per l’Allattamento. 5 strategie e una pratica di Mindfulness per l’Allattamento per riportare la calma, aiutando così il riflesso di eiezione del tuo latte. Illustrazione di Laura Lovati, @lova.creations

Mindfulness per l’allattamento 

Come proteggere la tua produzione di latte nonostante stress e ansia

Per prima cosa, assicuriamoci di capire esattamente come lo stress influenza l’allattamento. Quando provi dolore, sei preoccupata, stanca, stressata o ansiosa, l’adrenalina rilasciata dal tuo sistema può inibire l’ossitocina.  E poiché l’ossitocina è ciò che fa sì che il tuo latte “scenda” o fluisca liberamente dal tuo seno, il riflesso di eiezione del latte può andare in tilt.  Stress e allattamento al seno non vanno d’accordo.

A livello evolutivo la possiamo vedere in questo modo: sei una cavernicola e stai per allattare il tuo bambino, ti siedi e attacchi il bambino. Quando, improvvisamente, un leone dai denti a sciabola salta fuori dietro di te. Il tuo corpo produrrà il latte in quel momento?  Diamine no!  Il tuo corpo vuole che tu ti alzi e corri!  Ora sarebbe un momento STUPIDAMENTE PERICOLOSO per sedersi lì e allattare il bambino!  In un simile frangente, niente latte per te!

Quindi l’eiezione del latte ritardata/repressa è in realtà protettiva nei confronti del bambino, anche se nella maggior parte dei casi il nostro stress non avviene per la presenza di un pericolo di vita (anche se in quel momento sembra così). 

Se questa situazione si verifica spesso, o peggio, ad ogni poppata, può interferire con lo svuotamento del seno, e di conseguenza, con quantità di latte che produci a lungo termine. Ricorda: un seno che viene svuotato è un seno che produce latte. 

La buona notizia è che ci sono delle strategie che puoi adottare per riportare il tuo corpo ad uno stato di calma aiutando così il riflesso di eiezione del tuo latte. Eccone alcune.

5 consigli + 1 pratica di Mindfulness per l’allattamento 

1 Abbraccia e Fatti Abbracciare da chi Ami

Abbracciarsi crea spesso una sensazione di calma e relax.  Ciò è dovuto all’ossitocina, che a volte viene chiamata “l’ormone delle coccole”.  L’ossitocina viene rilasciata quando le persone o gli animali domestici si raggomitolano o si accoccolano insieme.

2 Respira il Profumo

Hai mai avuto l’impulso di annusare la testa di un neonato?  Sì, i profumi possono aiutarti a rilasciare ossitocina!  Annusa il tuo bambino o un capo di abbigliamento che ha indossato di recente.  Se ci sono profumi particolari che trovi rilassanti, come lavanda o vaniglia, tienili a portata di mano per prenderne qualche respiro, se necessario.

3 Ascolta Suoni Rilassanti

Metti suoni che ti rilassano… musica tranquilla, allegra, o qualsiasi forma di rumore bianco che trovi rilassante.  Più sei rilassata, prima sarai in grado di avere una ‘calata’.  Anche cantare, o recitare un mantra come ad esempio ‘om’, può accelerare il processo.

4 Ricevi un Massaggio Ossitocinico

Per il Massaggio Ossitocinico la mamma si siede su una sedia comoda con i gomiti poggiati su un tavolo. La persona che esegue il massaggio usa i pollici per disegnare una serie di piccoli cerchi ai lati della colonna applicando una pressione dolce. Si parte dall’alto ai lati della nuca, fino ad arrivare alla base della schiena.

5 Allatta in Mezzo alla Natura

Uno studio ha mostrato che prendersi dai 20 ai 30 minuti di camminata o seduti in un luogo che faccia sentire a contatto con la natura abbasserà significativamente i livelli di cortisolo, l’ormone dello stress. Via libera quindi, all’allattamento nel tuo parco preferito. Copriti bene se non fa caldo, e scegli il tuo angolo di pace dove poter coltivare la connessione col tuo neonato.

6 Pratica la Meditazione o Mindfulness

L’ultimo metodo che ti propongo e anche a mio avviso il più efficace, è la meditazione. Sembra impossibile ma: la calma è uno stato raggiungibile per tutte, e  ciascuna di noi ha assolutamente la possibilità di invitarlo e coltivarlo. 

Io sono la prova vivente che una persona come me, che di base tende a preoccuparsi, molto ma molto emotiva, può, attraverso i giusti strumenti, avere un allattamento felice. Ti racconto perché.

Quando qualcosa non andava capitava che il mio latte smettesse di uscire. Il bambino si agitava, tirava il capezzolo, si strofinava su di me provocandomi dolore e delle orribili sensazioni: io così mi preoccupavo e la situazione, hai indovinato, peggiorava. Ricevevo da lui questa dose supplementare di ansia, e non sapevo dove metterla, come smaltirla. 

Il mio bambino diventava in breve disperato, non capiva che succedeva: ed io, che volevo assolutamente allattarlo, ci tenevo tantissimo, ti lascio immaginare lo stato d’animo. E la cosa peggiore era che sapevo esattamente perché succedeva, ma non potevo farci nulla. Mi sentivo terribilmente responsabile e terribilmente in colpa. Si instaurava un circolo verso il basso.

Ecco invece come ho poi provato a fare: utilizzando la meditazione. Posso dire oggi che ho uno strumento senza dubbio efficace per risolvere questo problema: non mi capita più di non sentire la ‘calata’ quando allatto. Se non arriva dopo qualche secondo, aspetto con fiducia, chiudo gli occhi, e mi affido alla seguente pratica.

Pratica di Mindfulness per l’allattamento 

Trova una posizione comoda in cui potrai allattare il tuo bambino facilmente e restando rilassata. Cerca per quanto possibile di evitare rumori e chiedi di non essere interrotta per i prossimi 15 minuti. Quando ti senti pronta, puoi chiudere delicatamente gli occhi.

Metti ora la ferma intenzione di lasciare da parte tutti i pensieri e le cose da fare: nei prossimi 10 minuti l’unica cosa che dovrai fare sarà allattare il tuo bambino, dedicando tutta la tua attenzione a questo momento. Non c’è nient’altro da fare, nient’altro a cui pensare, solo essere qui, in questo momento, allattando il tuo bambino.

Porta adesso la tua attenzione ai punti di contatto fra te e il tuo bambino. Prova a mettere a fuoco ogni sensazione che il suo corpicino, raggomitolato tra le tue braccia, riesce a trasmetterti. Il calore, la morbidezza, il peso, la pressione. 
Quando tentiamo in braccio un bambino, ci accorgiamo che il suo corpo è sempre dotato di un tipo di energia: può essere abbandonato, rilassato. Può essere attivo e curioso. Può dormire, ma di un sonno piuttosto vigile. Può essere agitato, inquieto o infastidito. Per quanto mi riguarda ho imparato, col tempo, che il miglior modo per rapportarmi con un neonato è proprio quello di spegnere la razionalità e ‘ascoltare’ questa sua energia.

Ora, avvicinati per annusare la sua testa e senti il suo dolce profumo e la sua morbidezza. Continua ad esplorare le sensazioni di contatto ed il profumo, assaporandoli con calma. Immergiti nell’onda piacevole del loro abbraccio. Soffermati dove più ti piace.

Porta ora la tua attenzione al tuo respiro. Ascolta l’aria che entra e che esce, come in un susseguirsi di onde del mare. Segui il tuo respiro cercando di non modificarlo. Mantieni la tua attenzione durante tutta l’ispirazione, fino a che, raggiunta la sua pienezza, esso si trasforma in espirazione. 
Se dovesse capitare di distrarti con dei pensieri, non giudicarti, questo è normale. Riporta con gentilezza e con pazienza la tua attenzione al respiro, fallo ogni volta che è necessario.

Quando ti accorgi che la tua mente è abbastanza stabile, riflettiamo insieme su queste frasi. 
Nella calma di questo luogo tu e il tuo bambino siete qui, insieme. Ormai è da un po’ di tempo che siete uno accanto all’altra. Iniziando dalla sua crescita e sviluppo nel tuo grembo, fino ad arrivare proprio qui, in questo esatto momento. 
Senti il tuo neonato, raggomitolato nel suo spazio sicuro, mentre riceve amore e nutrimento, da te. Non solo il tuo corpo è fonte di nutrienti per il tuo bimbo che cresce. Ma è anche una casa per lui. Il suo spazio sicuro. Un posto nel quale ha la certezza di essere protetto, sostenuto e circondato dall’amore incondizionato. 

Raccontami come va 

Per fare questa pratica di mindfulness per l’allattamento, ti consiglio di leggere con calma il testo creando una registrazione da ascoltare. Aspetta un paio di minuti fra un paragrafo e l’altro. Dovrebbe durare infine dai 12 ai 15 minuti.

Il mio suggerimento è di provarla, ma se comunque hai problemi con il tuo allattamento e vuoi essere supportata, puoi scrivermi un’email e sarò felice di richiamarti per ascoltarti, darti supporto o semplicemente confrontarci, ed eventualmente metterti in contatto con la figura esperta in allattamento di cui hai più bisogno. Sono una Mamma Peer: una Counselor volontaria formata secondo le indicazioni OMS/ UNICEF. 

In conclusione 

Ascolta: l’ansia succede.  Lo stress succede.  Non ho intenzione di darti luoghi comuni come “anche questo passerà” o “non c’è motivo per essere preoccupata”. Nemmeno di far passare il concetto che la meditazione o la mindfulness per l’allattamento sia la panacea di tutti i mali. 

Lo stress in allattamento è una realtà non facile, presente nella nostra vita, ed io spero, raccontando la mia esperienza e mettendo a disposizione ciò che ho imparato sulla mia pelle, di poter essere di aiuto. 

Perciò questi suggerimenti potrebbero aiutarti a trarre il meglio da una situazione difficile e assicurarti che la tua produzione di latte rimanga abbondante.

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