Kintsugi per la Giornata No

Illustrazione Kintsugi per la Giornata No. In Giappone gli oggetti rotti sono spesso riparati con l’oro. Il difetto è visto come una caratteristica unica della storia dell’oggetto che si aggiunge alla sua bellezza. Questa arte viene chiamata Kintsugi.

Kintsugi per la Giornata No

La Giornata No colpisce chiunque, in qualunque momento. È qualcosa per la quale è impossibile immunizzarsi, e per un genitore, si sa, la faccenda si complica ulteriormente.

Se anche tu cerchi invano di aggiustare le tue Giornate No, ma senza risultato, proseguendo nell’articolo, potrai avere risposte a domande come queste: ma perchè più ci sforziamo e più le cose vanno male? Cosa distingue, e cosa fa sorgere una Giornata No? È possibile fare andare le cose diversamente?

Nella seconda parte potrai porre attenzione al fatto che la Giornata No, pur sembrando un mucchio indistinto di coincidenze nefaste, si compone invece di 3 fasi, e per ognuna esistono strumenti adatti ad attraversarle. 

Utilizzando la consapevolezza come si utilizza l’oro nell’arte giapponese del Kintsugi, ti troverai infine ad osservare le tue Giornate No con un’altra prospettiva: è il fatto che si sono rotte ad averle rese speciali. Allora tu ed il tuo bambino, concluse le vostre disavventure, vi guarderete negli occhi con sollievo, osservando la vostra giornata con tenerezza, e forse vi verrà anche un po’ da ridere. Poi vi nutrirete di qualche coccola, uscendone ancora più uniti di prima.

La Giornata No è qualcosa che si riconosce immediatamente.
Siamo appena svegli e già, annunsando nell’aria, sentiamo che qualcosa non va. Subito una cosa si rovescia, una cosa si impiglia, un’azione si blocca, un oggetto non funziona, i bambini reagiscono, gli adulti si affannnano, poi riflettono, raccolgono i pezzi, e con slancio si concentrano di più. Mettono ancora più attenzione, ancora più sforzo e volontà, per aggiustare ed indirizzare gli eventi nella direzione corretta.

La vita però è strana, e proprio in quel momento, invece di aggiustarsi, si rompe ancora di più. Gli eventi dicono “No. è inutile che ti affanni, oggi va così. Oggi sarai comunque in ritardo. Oggi le azioni che dovrai fare risulteranno imprevedibili, inceppate, rallentate e difficili, più sforzi farai e più lo saranno, fino a quando sarai così stanco che smetterai di lottare.


I 3 Volti della Giornata No

Per scrivere questo articolo ho ascoltato i racconti di mamme e papà, le loro sventure, le loro peripezie, ed i loro gesti intrepidi. Sono emersi 3 aspetti che accomunano tutte le storie, vediamo quali sono.

1. Vincoli da rispettare

Pensiamo a quando usiamo parole come “dovere”, “organizzare”, “portare a termine”, quelle parole che indicano vincoli per noi imprescindibili. Ci pesa il fatto di avere esigenze differenti – e spesso opposte – rispetto a quelle dei nostri bambini. Essere costretti a porre un limite fermo, porta a rompere la fiducia tra noi e loro, creando incomprensioni e resistenze. Alcuni esempi possono essere il dover dare la mano per strada, avere degli orari da rispettare, preparare la cena, e tutte le incombenze quotidiane. Avere “un’agenda” ci pone in una scomoda prospettiva in cui ogni cosa perde il suo naturale sapore, finendo per essere classificata come buona, piuttosto che di ostacolo, rispetto al nostro programma.

2. Più urgenze nello stesso momento

Pensiamo ai momenti in cui dobbiamo intervenire immediatamente: un bimbo che è caduto, una pentola da spegnere, una telefonata di lavoro urgente, un nasino da soffiare, ma anche inconvenienti pratici: porte bloccate, disguidi in auto, passeggino che non si apre, etc. Quando ci capita che arrivino due o più di queste cose insieme, non possiamo – umanamente – gestirle, ed il fatto che alcune, riteniamo, possono essere evitate, ci fa arrabbiare. Perché arriva la richiesta senza motivo del nostro duenne, seguita dal pianto inconsolabile con scenata, proprio nel momento in cui si è spenta l’auto all’improvviso in mezzo alla strada?

3. Non corrispondenza tra gli sforzi fatti e i risultati

Ce la mettiamo tutta. Diamo il 120%. Anche oggi siamo riusciti a far tutto, gestendo casa, bambini, bagnetti, cucina, ed imprevisti, riuscendo miracolosamente a mettere in tavola il suo piatto preferito in orario, e lui cosa fa? Non lo mangia, si mette a giocare con il piatto sporcando ovunque. Perché? 

Quando sono presenti uno o più di questi 3 aspetti, tante volte nello stesso giorno, tutti diciamo che è stata una brutta giornata. Ma tante volte, quante?

Prendere consapevolezza della Giornata No

Tutti noi possiamo riconoscere con sicurezza la Giornata No. Lo facciamo quando questa è finita, di sera. Al contrario, nessuno di noi, al primo inconveniente, si prefigura una giornata nera, giusto?
Ti sei mai chiesta, chiesto, qual’è il preciso momento in cui smette di essere che “hai avuto un semplice intralcio”, magari poi anche un altro, e ti ritrovi invece all’interno di una Giornata No? Il primo passo per affrontare una Giornata No è riconoscerla in tempo per intervenire.



CONSIGLIO 1: OSSERVA E RICONOSCI IN TEMPO LA GIORNATA NO.

LA PROSSIMA VOLTA CHE AVRAI UN IMPREVISTO, INIZIA LA TUA OSSERVAZIONE: RICONOSCI IL MOMENTO IN CUI DICI A TE STESSO CHE QUELLA IN CUI SEI È UNA GIORNATA STORTA. OGNI GIORNATA NO RAPPRESENTA UNA DIFFICOLTÀ: POSSIAMO ALLORA ATTRAVERSARLA ATTIVANDO RISORSE SPECIFICHE PER QUESTI CASI. SE VIVIAMO OGNI GIORNATA NO COME UN’OCCASIONE DI PRATICA, POTRÀ TRASFORMARSI IN UN’OPPORTUNITÀ PER IMPARARE, E CRESCERE, ASSIEME AI NOSTRI PICCOLI.


La Giornata No nelle sue 3 fasi

Il secondo passo che dovrai fare per affrontare il nemico, la Giornata No, è senz’altro quello di conoscerla meglio: vediamo insieme quali sono le 3 fasi che la compongono.

Fase 1/ Ecco! Ci risiamo.. 

Il passaggio a questa fase rappresenta la porta di ingresso verso la Giornata No.


CONSIGLIO 2: RIMANI IN CONTATTO CON TE STESSO, TE STESSA.

DURANTE TUTTA LA GIORNATA NO, RICONOSCI GLI EFFETTI NEGATIVI CHE ESSA PROVOCA SUL TUO CORPO E SUL TUO STATO D’ANIMO, NOTANDO COME QUESTI SIANO DIVERSI A SECONDA DELLE SUE 3 FASI. OSSERVA LE TUE SENSAZIONI PER TUTTO IL TEMPO: CHE INTENSITÀ HANNO, E QUALE DURATA? NOTA IL FATTO CHE OGNI SENSAZIONE È COME UN’ONDA CHE HA UN SUO INIZIO, UN SUO CULMINE, ED UNA SUA FINE.


Come riconoscere la fase 1

Questa fase ha inizio quando constatiamo di essere in difficoltà dicendo ad esempio “Ecco, ci risiamo..” . Il nostro corpo non è più rilassato ma invaso da fatica e/o tensioni, il nostro stato d’animo non è più di calma e concentrazione, ma è invece confuso oppure affannato. Desideriamo uscire da quel momento per poter finalmente “voltare pagina”. L’impressione che emerge da questa fase rappresenta un crescendo. È come se si creasse una pila di mattoncini che, uno dopo l’altro, ci convince sempre di più che quella è una brutta giornata. Ogni mattoncino ci ricorda i precedenti. Con il passare del tempo sentiamo che le nostre energie, la nostra pazienza, diminuiscono. In questa prima fase abbiamo ancora una buona dose di controllo e strumenti. Vediamo come utilizzarli.


CONSIGLIO 3: SII PRESENTE PER POTERTI RILASSARE ANCHE NELLE SENSAZIONI DI DISAGIO.

OGNI VOLTA CHE QUALCOSA NON VA, E SENTI EMERGERE UNA SENSAZIONE DI FASTIDIO O AFFANNO, PRIMA DI AGIRE, PRENDITI IL TEMPO PER RICONOSCERLA ED ACCOGLIERLA CON GENTILEZZA. CI VORRÀ SOLAMENTE QUALCHE ISTANTE, IN CUI FARE QUALCHE RESPIRO. QUESTO TI PERMETTERÀ DI CREARE UNO SPAZIO TRA STIMOLO E RISPOSTA. IN QUESTO MODO LA TUA NON SARÀ UNA REAZIONE AUTOMATICA, MA UNA RISPOSTA PIÙ CONSAPEVOLE, PIÙ SAGGIA E SOPRATTUTTO PIÙ EFFICACE AL QUELL’IMPREVISTO, OPPURE ALLA RICHIESTA DEL TUO BAMBINO.



CONSIGLIO 4: RICORDA COSA È IMPORTANTE PER TE, E SOSTITUISCI LE ASPETTATIVE CON LE INTENZIONI. 

QUANDO ACCADE UN IMPREVISTO, OSSERVA LA TUA MENTE. È PROPRIO COME SE LA STRADA VERSO L’OBIETTIVO DIVENTASSE PIÙ LUNGA E COMPLESSA. QUANDO TI SFORZI DI TROVARE SOLUZIONI, METTI IN CAMPO UNA DOSE DI ENERGIA EXTRA, NON PREVISTA, ATTENDENDO L’EFFETTO DI RECUPERARE. SE NON OTTIENI I RISULTATI CHE VORRESTI, A MAGGIOR RAGIONE TI SENTI DERUBATO. QUESTO È IL MECCANISMO CHE SI CREA ATTRAVERSO LE ASPETTATIVE. PROVA INVECE A RICORDARE CHE I TUOI VALORI, COME AD ESEMPIO IL LEGAME COL TUO BAMBINO, VANNO AL DI LÀ DEL MICRO OBIETTIVO DEL MOMENTO, ED IN RELAZIONE A QUESTO, PORTA ALLA MENTE QUALI POSSONO ESSERE LE TUE INTENZIONI PROFONDE. SOSTITUISCI I TUOI OBIETTIVI DEL MOMENTO CON ATTEGGIAMENTI CHE VUOI TENERE, SLEGATI DALLE ASPETTATIVE SUI RISULTATI, POICHÉ SONO QUESTI ULTIMI AD ESSERE PERCEPITI DA CHI TI È VICINO. ALCUNE VOLTE QUESTO RENDERÀ LE COSE UN PO’ PIÙ FACILI ANCHE DAL PUNTO DI VISTA PRATICO. SICURAMENTE RENDERÀ LE COSE PER TE PIÙ SOPPORTABILI, PERCHÉ TI PERMETTERÀ DI SENTIRTI COMUNQUE BENE CON TE STESSO, TE STESSA, INDIPENDENTEMENTE DAI RISULTATI.


Fase 2 / Non ce la faccio più 

Come riconoscere la fase 2

Questa fase, rappresentando il culmine della Giornata No, è la più difficile: quella in cui spesso non si riesce a restare interi. L’impressione che emerge in questa fase è di qualcosa che scoppia, che trabocca, che è davvero troppo. Il corpo è teso ed il cuore batte veloce, la mente è annebbiata, non più lucida. Non riusciamo più ad osservare, ragionare, fare una pausa, semplicemente avremmo voglia di arrabbiarci. Non possiamo più accedere ai nostri strumenti di consapevolezza: ci sentiamo impotenti e sconfitti. Se abbiamo seguito il secondo consiglio, quello di rimanere in contatto con se stessi, non potremo non accorgerci di questo cambiamento che farà da campanello di allarme. Abbiamo bisogno una strategia alternativa.


CONSIGLIO 5: METTI GIÙ IL FARDELLO.

PROVA AD IMMAGINARE COME VEDRAI QUESTO PRECISO MOMENTO FRA UN ANNO: QUALI SONO LE COSE CHE NON SARANNO PIÙ IMPORTANTI COME SEMBRANO ORA? QUALI LE COSE INVECE DAVVERO ESSENZIALI? PROVA A LASCIARE ANDARE LE COSE COSÌ COME STANNO ANDANDO. COME SAREBBE ACCETTARE CHE I PROGRAMMI POSSONO ESSERE CAMBIATI, O ANCHE INTERROTTI, SE SERVISSE?



CONSIGLIO 6: FERMATEVI INSIEME.

TU ED IL TUO BAMBINO SIETE SULLA STESSA BARCA. NOTA COME LUI RISUONI IMMEDIATAMENTE CON OGNI TUO STATO D’ANIMO, E UTILIZZA QUESTA COMPRENSIONE PER FARE UN GESTO DI SALVATAGGIO. METTITI IN SALVO PER METTERLO IN SALVO. PROVA A PENSARE A COSA AVETE BISOGNO PROPRIO IN QUESTO MOMENTO, PER STARE MEGLIO. UN’IDEA PUÒ ESSERE, SE SI È A CASA, FERMARSI. SDRAIARSI TUTTI INSIEME, LASCIANDO ANDARE OGNI PROGRAMMA, SOLO PER UN PO’. SE SI È FUORI, SI PUÒ USCIRE DAL LUOGO CAOTICO PER FERMARSI IN UNO TRANQUILLO. SE SI È AL SUPERMERCATO SI POTREBBE DECIDERE CHE QUEL GIORNO LA SPESA SARÀ SOLAMENTE DI ESSENZIALI E VERRÀ INTERROTTA, ORDINANDO QUALCOSA PER LA CENA. IL BAMBINO, CON QUESTO ANNUNCIATO CAMBIAMENTO, SARÀ FACILITATO NEL RECUPERO DELLA CAPACITÀ DI RAGIONARE, SI SENTIRÀ RISPETTATO E CONSIDERATO, PROBABILMENTE ASCOLTANDO UN POCHINO DI PIÙ, DIVENTANDO UN PO’ MENO RIGIDO. L’ADULTO SARÀ LIBERATO DAL VINCOLO DI DOVER APPARIRE “TUTTO D’UN PEZZO”, DI DOVER MOSTRARE DI AVERE IL CONTROLLO DELLA SITUAZIONE. IN QUESTO MODO AVRÀ PERÒ UN DIVERSO TIPO DI CONTROLLO: IL CONTROLLO DI SÉ. RISULTERÀ QUINDI UNA FIGURA STABILE E SICURA PER IL SUO BAMBINO.



CONSIGLIO 7: CHIEDI AIUTO.

CHIAMA UN AMICO, UN’AMICA PER SFOGARTI, DELEGA QUALCOSA, CHIEDI AIUTO A QUELLA SIGNORA CHE SI AVVICINA SEMPRE PER CHIACCHIERARE E COCCOLARE IL TUO BAMBINO, ALZA UNA BANDIERINA CON IL TUO COMPAGNO, UN TUO FAMILIARE, UNA VICINA DI CASA. FARE UN TENTATIVO NON COSTA NULLA E SPESSO RIMARREMO SORPRESI DA QUANTO GLI ALTRI VERRANNO IN NOSTRO SOCCORSO VOLENTIERI


Fase 3 / Per fortuna è finita

Come riconoscere la fase 3 

In questa fase diciamo a noi stessi “per fortuna, la giornata è finita.”. Nel corpo la tensione è sostituita dalla stanchezza. L’impressione che emerge in questa fase è un senso di rilascio. 


CONSIGLIO 8: PRENDI NUTRIMENTO. 

QUELLO CHE CI VUOLE È UNA RICARICA. PRENDITI CURA DI TE CONCEDENDOTI QUALCOSA DI EXTRA CHE TI FA PIACERE. UN BAGNO CALDO, UN DOLCE, UN BEL BICCHIERE DI VINO ROSSO, PERCHÈ NO 😉



CONSIGLIO 9: NON RIMUGINARE.

FAI ATTENZIONE QUANDO RACCONTERAI A TE STESSO O AGLI ALTRI LA TUA GIORNATA: PROVA A NON CANCELLARE OGNI COSA POSITIVA ( QUEL MOMENTO IN CUI TU ED IL TUO PICCOLO AVETE RITROVATO L’ARMONIA, QUEL MOMENTO DI GIOIA, QUEL MOMENTO A FINE GIORNATA IN CUI TI SEI RILASSATO, RILASSATA, QUELLO SGUARDO COMPLICE TRA TE E QUALCHE ALTRA PERSONA ) SENZA FISSARTI SOLO SULLE COSE NEGATIVE. PUOI INVECE PROVARE AD OSSERVARE LA TUA GIORNATA, E RACCONTARLA, CON TENEREZZA. FORSE TI VERRÀ ANCHE UN PO’ DA SORRIDERE.


In conclusione

Riparare ed apprezzare qualcosa che si è rotto può essere un’azione molto potente, per questo l’arte giapponese del Kintsugi è spesso associata alla resilienza. Se questo articolo ti è stato utile e vuoi supportare il mio lavoro sul blog bubuset, condividilo con chi pensi possa beneficiarne.
Quali sono le tue Giornate No, e come le vivi? Raccontalo qui nei commenti…

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Note

1. Kintsugi Il kintsugi (金継ぎ AFI: [kʲĩnt͡sɨᵝɡʲi]), o kintsukuroi (金繕い), letteralmente “riparare con l’oro”, è una pratica giapponese che consiste nell’utilizzo di oro o argento liquido o lacca con polvere d’oro per la riparazione di oggetti in ceramica (in genere vasellame), usando il prezioso metallo per saldare assieme i frammenti.

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